Tutto quello che c’è da sapere sul PETG nella stampa 3D
Fonte: 3dnatives.com
L’utilizzo del PETG nella stampa 3D è ormai sempre più diffuso. Il PETG o poliestere modificato con glicole (G), è una termoplastica che unisce la semplicità della stampa 3D con PLA e la resistenza dell’ABS. Si tratta di una plastica amorfa che può essere riciclata al 100%, con la stessa composizione chimica del polietilene tereftalato (PET). Il glicole viene aggiunto per rendere la plastica più resistente e aumentarne la durata. Oggi analizzeremo le caratteristiche del PETG, i suoi parametri di stampa e le sue principali applicazioni.
Innanzitutto, torniamo al PET. Si tratta di un materiale noto nell’industria in quanto, dagli anni ‘90, è utilizzato nella produzione di bottiglie e packaging alimentari, sostituendo il PVC. Viene utilizzato anche nella produzione di fibre sintetiche per l’abbigliamento. È uno dei polimeri più ampiamente utilizzati sul mercato, copre infatti il 18% della produzione globale di plastica in tutto il mondo. È noto per la sua buona resistenza agli urti, la trasparenza e la stabilità dimensionale. D’altro canto, è una plastica soggetta a surriscaldamento quando utilizzato per la stampa 3D: ecco perché è necessario utilizzare il PETG.
Le caratteristiche del PETG nella stampa 3D
Il PETG è dunque un co-polimero, che unisce le proprietà del PET e del glicole. L’aggiunta di quest’ultimo riduce i problemi di surriscaldamento del PET e, di conseguenza, ne aumenta la resistenza. Tra le principali caratteristiche del PETG troviamo infatti durezza, resistenza agli urti e alle sostanze chimiche, trasparenza e duttilità. Si tratta di un materiale facilmente estruso con una buona stabilità termica. È particolarmente apprezzato per la sua compatibilità alimentare. Lo svantaggio è che richiede una piastra riscaldante per evitare l’effetto di deformazione (warping) riscontrato nella stampa 3D dell’ABS. Anche se la percentuale di deformazione è bassa, è meglio servirsi di un foglio di BuildTak per assicurarsi che il materiale tenga. È anche più soggetto a graffi rispetto al PLA. Infine, può assorbire rapidamente l’umidità e si conserva meglio in un ambiente fresco e asciutto.
Per quanto riguarda i parametri di stampa, il PETG ha una temperatura di estrusione tra 220 e 260°C e consigliamo di riscaldare il piatto a non più di 80°C. La velocità di stampa è di 40-60mm/s. I supporti di stampa non sono molto adatti in quanto il PETG ha un aspetto appiccicoso che renderà complicato rimuoverli.
Principali produttori di filamenti PETG
La maggior parte dei produttori di filamenti per stampanti 3D oggi lavorano con il PETG: basti pensare a Formfutura, ColorFabb, 3DXTech, Innofil3D o al brand Zortrax. In termini di formato, come per altri filamenti esistono bobine di 1,75 o 2,85 mm di diametro, con pesi diversi a seconda delle necessità. Va detto che il PETG è spesso rinforzato con fibre di carbonio, cosa che fa aumentare la rigidità del pezzo ottimizzandone al tempo stesso il peso finale. Nanovia, ad esempio, offre questa soluzione nei suoi filamenti. Ha anche sviluppato un PETG rinforzato con fibra aramidica che riduce la fragilità del PETG aumentandone la rigidità.
Infine, dal punto di vista del prezzo, bisogna notare che è leggermente più caro del PLA: una bobina classica di PETG da 750 grammi costa tra 30€ e 35€ – naturalmente avrà un prezzo più elevato, tra 55€ e 70€.