DJI Mavic 3: 46 minuti di autonomia e camera 4/3 -3Digital | Droni e Stampanti 3D

DJI Mavic 3: 46 minuti di autonomia e camera 4/3

Il prezzo cresce, ma siamo davanti ad un capolavoro di ingegneria aeronautica. Il Mavic 3 ha davvero tutto quello che un utente potrebbe mai desiderare da un drone.

DJI non si ferma, e vola altissimo. Vola nel senso vero del termine, perché il suo nuovo Mavic 3, annunciato questa notte, è un prodotto tecnologicamente da sogno. Il Mavic 2 era già un ottimo prodotto, ma la nuova versione si spinge oltre aumentando non solo i minuti di volo ma anche le prestazioni a 360°. Dalla fotocamera ai sensori, arrivando alla trasmissione video e al trasferimento delle foto e delle riprese, il Mavic 3 migliora ogni aspetto di uno dei droni prosumer più venduti degli ultimi anni.

La categoria Mavic per DJI ha riscosso un successo incredibile: il Mavic Pro del 2016 è stato il primo drone con bracci pieghevoli, era grande da chiuso quanto una bottiglia da un litro e mezzo e poteva stare in una borsa o nello zaino. Poi è arrivato il Mavic 2, che ha alzato la qualità foto e video grazie all’adozione di un sensore da 1”.

Mavic 3 ora cambia tutto: i droni oggi vengono usati soprattutto per foto e video e attorno a foto e video è stato costruito il nuovo modello. Si parte da un nuovo modulo fotocamera chiamato L2D-20c, che integra un sensore da 4/3 dì pollice più grosso di quello da 1” del Mavic 2. Un sensore ad altissima dinamica, davanti al quale è stata mostrata un’ottica da 24mm stabilizzata dal gimbal e capace di registrare video in 5.1K a 50 fps, 4K a 120 fps e fotografie da 20 megapixel in formato RAW a 12 bit.

Il sensore, e la sua regolazione colorimetrica , sono stati realizzati in collaborazione con Hasselblad, azienda del gruppo, e DJI parla di gamma dinamica di 12.8 stop e l’utente può scegliere di sfruttarla a pieno registrando in formato D-Log a 10 bit per un grading HDR successivo, in fase di editing. La fotocamera principale del Mavic 3 ha anche un obiettivo con apertura variabile: si può regolare in un range da f/2.8 a f/11.

Abbiamo parlato di camera principale perchè il Mavic 3 ha ben due fotocamere: sopra il 24 mm c’è un tele a 162 mm con zoom ottico ibrido 28x e apertura f/4.4 che può risultare utile per alcune tipologie di ripresa.

Nonostante l’apertura variabile, DJI offre in dotazione anche una serie completa di filtri ND divisi in due set, ND4/8/16/32 e ND64/128/256/512, rinforzando ulteriormente l’idea che questo drone è perfetto anche come soluzione per portatile per cinema e documentari.

Per chi vuole usarlo come cinepresa volante DJI ha pensato ad una versione speciale: si chiama Mavic 3 Cine è permette la codifica dei video in formato Apple ProRes 422 HQ fino a 3772 Mbit/s. Per gestire l’enorme mole di dati che tale datarate comporta questa versione dispone di un disco SSD integrato da 1 TB. L’azienda ha pensato proprio a tutte le esigenze degli operatori sul campo: per trasferire velocemente le clip dall'hard disk da 1 TB ad un laptop è previsto un cavo dati dedicato DJI Lightspeed che garantisce una velocità di trasferimento di 10 Gbit/s. Ad occhio sembra un normale cavo thunderbolt.

Oltre alla fotocamera DJI ha migliorato drasticamente anche il tempo di volo: l’azienda dice di aver rimodellato ogni elemento del pacchetto, sviluppando motori ed eliche ad alta efficienza, riducendo il peso del telaio e dei vari componenti e migliorando la resistenza areodinamica. In galleria del vento Mavic 3 produce il 35% in meno di resistenza rispetto alla generazione precedente e questo, unito ad una batteria più grande, permette di toccare i 46 minuti di autonomia. Per un drone simile sono tanti.

Questo è solo l’antipasto, perché poi arrivano tutte le componenti legate al volo stesso e alla trasmissione. DJI ha utilizzato O3+ (ex Ocusync) che promette un controllo ad una distanza di 15 km, ma la vera differenza riguarda non tanto la distanza quanto la latenza, minima, e il segnale trasmesso: il live feed è a 1080p e 60 fps.

DJI spiega che grazie a O3+ il controllo del pilota è molto più reattivo e soprattutto la resa video è vicina a quello che la camera sta riprendendo. DJI ha anche introdotto un nuovo radiocomando, ed è proprio grazie alla sua antenna potenziata che la distanza arriva a 15 km; questo radiocomando ha uno schermo ad alta luminosità da 1000 nit per rendere decisamente più nitida la visione all’aperto, sotto la luce del sole.

Rinnovato interamente anche il sistema di navigazione assistita: il rilevamento ostacoli APAS 5.0 è ovviamente omnidirezionale e sfrutta 6 sensori di visione fish-eye e 2 sensori grandangolari per regolare la rotta di volo in tempo reale. Non solo: vengono usati anche per il rilevamento delle persone in modalità ActiveTrack 5.0, il classico follow me. La versione su Mavic 3 permette al drone di muoversi insieme al soggetto mentre di sposta in avanti, all’indietro, a sinistra, a destra e in diagonale, e di volare a fianco e intorno. Inoltre, secondo DJI, se il soggetto si muove troppo velocemente ed esce temporaneamente dall'inquadratura, i sensori visivi sul corpo della fotocamera continueranno a tracciare e inquadrare il soggetto in modo intelligente e lo riprenderanno quando esso riapparirà nell’inquadratura. Migliora anche l’aggancio dei segnali satellitari con pieno supporto alle costellazioni GPS, GLONASS e BeiDou.

DJI ha anche pensato alla sicurezza: geofencing per avvisare i piloti durante il volo presso luoghi sensibili, i limiti di altitudine per garantire che i piloti siano consapevoli delle restrizioni di altitudine e ovviamente il sistema AeroScope Remote ID, che consente alle autorità di identificare e monitorare i droni in volo in luoghi sensibili. Il sistema AirSense integrato di Mavic 3 avvisa inoltre i piloti della presenza di aeroplani ed elicotteri nelle vicinanze che trasmettono segnali ADS-B. Migliora infine il sistema Return To Home (RTH), quello che riporta automaticamente un drone al punto di partenza se la batteria si scarica in modo critico o perde la connessione al controller. Mavic 3 ha migliorato questo sistema consentendo al velivolo di determinare automaticamente il percorso più breve, sicuro ed efficiente dal punto di vista energetico per tornare al punto di partenza e atterrare. “Allo stesso tempo, il drone misura la velocità del vento dell'ambiente circostante e calcola in tempo reale la potenza necessaria per tornare indietro in base alla velocità del vento e al percorso di ritorno. Ciò consente agli utenti più tempo per volare in tutta sicurezza prima di attivare l’RTH.” spiega DJI.

DJI Mavic 3 è disponibile a partire da oggi in tre diverse configurazioni, una di queste dedicate agli utenti cinema. La prima è la versione standard Mavic 3 che viene venduta a 2119 € e include il drone, la batteria, il radiocomando RC-N1 semplice e la cover.

La versione Mavic 3 Fly More Combo viene venduta a 2829 € e include il drone, 3 batterie, il radiocomando base, un set di filtri ND (ND4/8/16/32), la borsa da trasporto e altri accessori essenziali.

Infine c’è quella “Cine”, la DJI Mavic 3 Cine Premium Combo. Costa 4839 € e non è neppure troppo se si pensa che un drone da cinema costa molto di più. In questa configurazione è presente l’unità SSD da 1 TB integrata e inoltre c’è il supporto alla registrazione video in Apple ProRes 422 HQ. Ci sono anche tre batterie, il telecomando DJI RC Pro con schermo, un doppio set di filtri ND (ND4/8/16/32/64/128/256/512), la borsa da trasporto convertibile e il cavo dati DJI Lightspeed a 10 Gbit/s e altri accessori essenziali.

Una questione finale, quella relativa al bollino CE: DJI ci ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Gli standard per le etichette di identificazione della classe dei droni non sono ancora stati finalizzati. Ad oggi, gli organismi notificati che sono necessari per fornire le etichette di identificazione di classe non sono ancora stati nominati dalle autorità di nessuno stato dell'UE. Pertanto non possiamo sapere oggi e neppure ipotizzare quale tipo di etichetta di identificazione di classe potrebbe essere applicata ai prodotti DJI attuali o futuri. DJI partecipa alla consulenza sugli standard e sta lavorando con i potenziali candidati all'organismo notificato, e lavoreremo di conseguenza per garantire la conformità dei prodotti pertinenti. Siamo consapevoli che la situazione attuale ha portato a molte incertezze tra gli utenti per quanto riguarda la conformità dei droni DJI con i nuovi regolamenti europei sui droni e le etichette di identificazione della classe. Siate certi che questo problema è della massima importanza per noi, e speriamo di risolverlo il più rapidamente possibile.

Fonte dday.it
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Davide De Zan
CEO
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